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Modulo 5: Tassonomia Europea, Bilancio di sostenibilità ambientale e criteri ESG - Corso di Formazione di Economia Circolare "Sostenibilità e Impresa: strumenti, metodologie e trend"
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Modulo 4: Normativa tecnica per l'Economia Circolare - Corso di Formazione in "Sostenibilità e Impresa: strumenti, metodologie e trend"
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Modulo 3: Direttiva ecodesign, DPP (Digital Product Passport) e trend di prodotto - Corso di Formazione di Economia Circolare "Sostenibilità e Impresa: strumenti, metodologie e trend"
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Modulo 2: Comunicazione Ambientale - Corso di Formazione di Economia Circolare "Sostenibilità e Impresa: strumenti, metodologie e trend"
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Corso di Formazione di Economia Circolare "Sostenibilità e Impresa: strumenti, metodologie e trend"
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ECONOMIA CIRCOLARE: Mappatura della circolarità delle imprese 2023
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Progetto "LE ECCELLENZE DELL'ECONOMIA CIRCOLARE - CASE HISTORY"
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CSRD: pubblicata la nuova Direttiva europea sulla rendicontazione societaria della sostenibilità
Con la nuova direttiva comunitaria sulla comunicazione societaria della sostenibilità, il Parlamento ed il Consiglio Europeo stabiliscono i nuovi principi per la reportistica di sostenibilità delle imprese ed estende ad una platea di imprese molto più ampia l’obbligo di divulgare informazioni in merito alle tematiche di sostenibilità, in termini di impatto ambientale, diritti sociali, diritti umani e fattori di governance.
La Direttiva (UE) 2022/2464 (CSRD, Corporate Sustainability Reporting Directive) è stata pubblicata nella GU dell’Unione Europea del 16 dicembre 2022 e dovrà essere recepita dagli Stati Membri entro 18 mesi.
In linea con gli obiettivi del Green Deal Europeo, la CSRD intende aumentare la trasparenza in materia ambientale, sociale e di governance, contrastando il greenwashing e rafforzando l’impronta sostenibile dell’economia e del mercato europeo.
La norma prevede differenti fasi di applicazione:
- Dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) già soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria, con scadenza della pubblicazione dei dati nel 2025;
- dal 1° gennaio 2025 per le grandi imprese non ancora soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali), con scadenza nel 2026;
- dal 1° gennaio 2026 per le PMI e le altre imprese quotate, con scadenza nel 2027. Le PMI possono scegliere di non partecipare fino al 2028;
- obbligo di certificazione: l’informativa deve essere certificata da un revisore o da un certificatore indipendente accreditato;
- estensione alle imprese non europee: l'obbligo di presentare una relazione sulla sostenibilità si applica a tutte le imprese che realizzano ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiori a 150 milioni di EUR nell'UE e che hanno almeno un'impresa figlia o una succursale nell'UE.
Le PMI non quotate, non rientrando nel campo di applicazione della CSRD, non hanno l’obbligo di redigere il report di sostenibilità, ma potranno farlo su base volontaria, tenendo conto che i cittadini e il sistema economico e finanziario sono attenti a questi aspetti.
La CSRD sostituisce la NFRD - Non-Financial Reporting Directive (Direttiva 2014/95/EU) rafforzando le norme attualmente in vigore sulla rendicontazione non finanziaria della NFRD, per adeguarle alla transizione dell’UE verso un’economia sostenibile.
La Direttiva prevede l’adozione di standard europei obbligatori per la rendicontazione della sostenibilità (ESRS - European sustainability reporting standards), la cui redazione è stata assegnata all’EFRAG, il gruppo consultivo europeo in materia di rendicontazione finanziaria. La Commissione UE adotterà la versione finale delle norme sotto forma di atti delegati, al termine della consultazione con gli Stati membri.
Il Direttore
Dott. Gianni Niccolò
Per informazioni:
Dott.ssa Paola Bara
Tel. 0733.27941 / 331.1921246
E-mail: bara@confindustriamacerata.it
Economia circolare: pubblicata la norma UNI per la misurazione della circolarità
Con la specifica tecnica UNI/TS 11820 “Misurazione della circolarità - Metodi ed indicatori per la misurazione dei processi circolari nelle organizzazioni”, pubblicata il 30 novembre 2022, la Commissione Tecnica UNI 057 ha fornito una metodologia per valutare il livello di circolarità delle imprese.
La nuova norma è stata redatta in attuazione della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, adottata dal Ministero dell’Ambiente lo scorso giugno, e fornisce alle imprese un utile strumento per misurare il miglioramento della circolarità nelle politiche aziendali e di settore.
In particolare, il documento definisce come raccogliere le informazioni utili per la misurazione della circolarità e prevede un set di indicatori (71 in totale, tra quantitativi, qualitativi e quanti-qualitativi) utili alle organizzazioni per verificare l’efficacia delle loro strategie. Gli indicatori si dividono in 7 categorie e comprendono: risorse materiche e componenti; risorse energetiche e idriche; rifiuti ed emissioni; logistica; prodotto e servizio; risorse umane, asset, policy e sostenibilità.
Ciascuna organizzazione, una volta calcolato il proprio livello di circolarità, può valutare la conformità del livello raggiunto, rispetto a quanto previsto dalla UNI/TS 11820, mediante un’attività di valutazione di prima, seconda o terza parte.
Ricordiamo che Confindustria Macerata ha sottoscritto un Accordo con UNI per la consultazione delle norme tecniche on-line a tariffe vantaggiose. Per qualsiasi informazione è possibile contattare i nostri uffici.
Il Direttore
Dott. Gianni Niccolò
Per informazioni:
Dott.ssa Paola Bara
Tel. 0733.27941 / 331.1921246
E-mail: bara@confindustriamacerata.it
Dott. Matteo Di Marino
Tel. 0733.279648
E-mail: ambiente@confindustriamacerata.it
PROGRAMMA NAZIONALE DI GESTIONE RIFIUTI
Il Programma Nazionale di Gestione Rifiuti costituisce uno dei pilastri strategici e attuativi della Strategia nazionale per l’Economia Circolare, trattandosi di uno strumento di indirizzo per le Regioni e le Province autonome nella pianificazione e gestione dei rifiuti, preordinato a orientare le politiche pubbliche e incentivare le iniziative private per lo sviluppo di un'economia sostenibile e circolare.
E’ stato adottato dal Ministero della Transizione Ecologica con DM 257 del 24 giugno 2022.
La novità più rilevante riguarda l’estensione della possibilità di stabilire intese tra Regioni anche per la gestione dei rifiuti organici da raccolta differenziata.
I macro-obiettivi del PNGR possono essere così descritti:
- ridurre il divario di pianificazione e di dotazione impiantistica tra le diverse regioni, perseguendo il progressivo riequilibrio socio-economico e la razionalizzazione del sistema impiantistico e infrastrutturale secondo criteri di sostenibilità, efficienza, efficacia, ed economicità per corrispondere ai principi di autosufficienza e prossimità;
- garantire il raggiungimento degli obiettivi di prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti (di cui all’art. 181 del D.lgs. n. 152/2006), e di riduzione dello smaltimento finale al minimo, come opzione ultima e residua, tenendo conto anche dei regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR) per i rifiuti prodotti;
- razionalizzare e ottimizzare il sistema impiantistico e infrastrutturale attraverso una pianificazione regionale basata sulla completa tracciabilità dei rifiuti e la individuazione di percorsi che portino nel breve termine a colmare il gap impiantistico mediante la descrizione dei sistemi esistenti con l'analisi dei flussi; sostenere la contestuale riduzione dei potenziali impatti ambientali, da valutare anche mediante l'adozione dell'analisi del ciclo di vita (LCA-Life Cycle Assessment) di sistemi integrati di gestione rifiuti;
- garantire una dotazione impiantistica con elevati standard qualitativi di tipo gestionale e tecnologico, promuovendo una gestione del ciclo dei rifiuti che contribuisca in modo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica;
- aumentare la conoscenza ambientale e migliorare i comportamenti ambientali (inclusa la tutela dei beni culturali e paesaggio) per quanto riguarda il tema di rifiuti e l'economia circolare.
Sulla base del PNGR le singole Regioni dovranno stabilire quali e quanti impianti realizzare per garantire il corretto trattamento dei flussi di rifiuti c.d. “critici”: amianto, rifiuti tessili ed elettrici, tra gli altri, ma soprattutto rifiuti indifferenziati e rifiuti organici da raccolta differenziata, considerate le due frazioni più problematiche, per le quali è maggiore il gap di gestione tra le Regioni settentrionali e quelle centro-meridionali. Il tutto nel rispetto dei principi di autosufficienza e prossimità della gestione ma con la possibilità di stabilire accordi di macroarea con altre Regioni.
In conclusione, come previsto dal PNGR, tutte le Regioni dovranno aggiornare i propri piani secondo le linee guida definite dal Programma e indicando, tra l’altro, anche target intermedi al 2023, 2024, 2026 e 2028 soprattutto per quanto riguarda quota di raccolta differenziata e riduzione conferimento in discarica per il raggiungimento degli obiettivi UE al 2035.
Il Direttore
Dott. Gianni Niccolò
INFO:
Dott.ssa Paola Bara
Tel. 0733.279641 / 331.1921246
E-mail: bara@confindustriamacerata.it