Sostenibilità
Lo sviluppo sostenibile è ormai al centro delle aspirazioni della comunità globale, che richiede uno sviluppo del pianeta rispettoso delle persone e dell’ambiente, incentrato sulla pace e sulla collaborazione.
Nel settembre 2015 i governi dei 193 Paesi membri dell’ONU hanno sottoscritto l’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (OSS) in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi da raggiungere entro il 2030.
In questo contesto, anche l’Unione europea si è impegnata nel recepimento e definizione dei principi dell’Agenda 2030 di sviluppo sostenibile con il Green Deal Europeo, un pacchetto di iniziative strategiche che mira ad avviare l'UE sulla strada di una transizione verde, con l'obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra al 2030 e di sostenere la trasformazione dell'UE in una società equa e prospera con un'economia moderna e competitiva.
Di seguito i principali driver del Green Deal Europeo.
- Rendere più ambiziosi gli obiettivi dell’UE in materia di clima per il 2030 e il 2050
- Garantire l'approvvigionamento di energia pulita, economica e sicura
- Mobilitare l'industria per un'economia pulita e circolare
- Gestire il patrimonio edilizio abitativo e per uffici in modo efficiente sotto il profilo energetico e delle risorse
- Accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile e intelligente
- "Dal produttore al consumatore": progettare un sistema alimentare giusto, sano e rispettoso dell'ambiente
- Preservare e ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità̀
- Obiettivo "inquinamento zero" per un ambiente privo di sostanze tossiche
A livello nazionale lo strumento di coordinamento dell’attuazione dell’Agenda 2030 è rappresentato dalla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS), che contiene Scelte o Obiettivi Strategici per l’Italia che richiamano alla profonda interrelazione tra dinamiche economiche, crescita sociale e qualità ambientale, aspetti conosciuti anche come i tre pilastri dello sviluppo sostenibile.
L’obiettivo primario è quello di migliorare le condizioni di benessere socio-economico che caratterizzano il nostro Paese, mentre i singoli obiettivi prioritari sono:
- Ridurre povertà, disuguaglianze, discriminazione e disoccupazione (soprattutto femminile e giovanile);
- Assicurare la sostenibilità ambientale;
- Ricreare la fiducia nelle istituzioni;
- Rafforzare le opportunità di crescita professionale, studio, formazione;
- Restituire competitività alle imprese attraverso una quarta rivoluzione industriale basata su tecnologie innovative e sostenibili.
Per raggiungere questi obiettivi, il modello economico di riferimento è quello circolare, a basse emissioni di CO2, resiliente ai cambiamenti climatici e agli altri cambiamenti globali critici a livello locale, ad esempio, la perdita di biodiversità, la modificazione dei cicli biogeochimici fondamentali (carbonio, azoto, fosforo) e i cambiamenti nell’utilizzo del suolo.
Per rispondere alla sfida che l’Unione Europea ha lanciato al mondo con il Green Deal, l’Italia ha approvato il Piano Nazionale di transizione ecologica per assicurare una crescita che preservi salute, sostenibilità e prosperità del pianeta con una serie di misure sociali, ambientali, economiche e politiche senza precedenti.
I suoi principali obiettivi sono:
- Raggiungimento della neutralità climatica al 2050 (e la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra al 2030);
- Rivoluzionare la mobilità fino alla sua completa sostenibilità climatica e ambientale;
- Minimizzare per la stessa data inquinamenti e contaminazioni di aria, acqua e suolo che ancora oggi reclamano molte vite;
- Contrastare i fenomeni di dissesto idrogeologico, di spreco delle risorse idriche e l’erosione della biodiversità terrestre e marina con decise politiche di adattamento;
- Disegnare la rotta verso una economia circolare a rifiuti zero e un’agricoltura sana e sostenibile;
Il Piano si declina in otto ambiti di intervento, la cui reciproca relazione implica una gestione intersettoriale coordinata a livello nazionale fra vari ministeri e agenzie, e a livello locale fra Regioni e città.
Gli interventi riguardano:
- La decarbonizzazione;
- La mobilità sostenibile;
- l miglioramento della qualità dell’aria;
- Il contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologica;
- Il miglioramento delle risorse idriche e delle relative infrastrutture;
- Il ripristino e il rafforzamento della biodiversità;
- La tutela del mare;
- La promozione dell’economia circolare, della bioeconomia e dell’agricoltura sostenibile.
Un primo grande impulso per l’avvio di un processo di transizione ecologica è dato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro, concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica.
Il Piano di Ripresa e Resilienza presentato dall’Italia è stato approvato con DL n 59/2021 (in GU n.108 del 7 maggio 2021) e prevede fondi per un totale di 222.1 miliardi investimenti.