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ECODESIGN: pubblicato il regolamento UE sulla progettazione sostenibile dei prodotti
E’ in vigore dal 18 luglio 2024 il Regolamento 2024/1781 (c.d. Ecodesign) (Ecodesign for Sustainable Product Regulation, ESPR) che stabilisce i requisiti per la progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili.
Il Regolamento sarà applicato 24 mesi dopo l’entrata in vigore (giugno 2026) e permetterà alla Commissione di istituire una serie di quadri regolatori specifici per tipologia di prodotto, ai quali ci si dovrà conformare entro 18 mesi dalla loro emanazione, che
Atti delegati
I singoli atti delegati, stabiliranno le caratteristiche di progettazione che questi dovranno avere per ritenersi sostenibili dal punto di vista ambientale e dovranno prevedere:
- nuovi requisiti informativi e prestazionali per tipologia di prodotto
- nuovi obblighi quali l’introduzione del Passaporto Digitale di Prodotto (DPP),
- il divieto di distruzione di prodotti invenduti (in particolare per prodotti tessili e AEE),
- tracciamento e limitazioni delle "Substances of Concern" (ex. Art. 57 1907/2006),
- rafforzamento dei controlli doganali e vigilanza di mercato.
Il primo atto delegato non entrerà in vigore prima del 19 luglio 2025.
La Commissione darà priorità ai seguenti gruppi di prodotti:
- Ferro e acciaio
- Alluminio
- Prodotti tessili
- In particolare indumenti e calzature
- Mobilio, compresi i materassi
- Pneumatici
- Detergenti
- Vernici
- Lubrificanti
- Sostanze chimiche
- prodotti connessi all'energia per i quali devono essere definiti per la prima volta requisiti di progettazione ecocompatibile o per i quali le misure esistenti adottate a norma della direttiva 2009/125/CE devono essere riesaminate nel quadro del presente regolamento;
- prodotti della tecnologia dell'informazione e della comunicazione e altri prodotti elettronici.
I criteri di progettazione ecocompatibile saranno applicabili anche negli appalti pubblici per incentivare l’acquisto pubblico di prodotti verdi.
Requisiti di progettazione ecocompatibile
Di seguito i requisiti di progettazione ecocompatibile che saranno contenuti negli atti delegati:
- durabilità
- affidabilità
- riutilizzabilità
- possibilità di miglioramento
- riparabilità
- possibilità di manutenzione e ricondizionamento
- presenza di sostanze che destano preoccupazione
- consumo di energia ed efficienza energetica
- uso dell'acqua ed efficienza idrica;
- uso di risorse ed efficienza delle risorse
- contenuto di riciclato
- possibilità di rifabbricazione
- riciclabilità
- possibilità di recupero dei materiali
- impatti ambientali, comprese l’impronta di carbonio e l’impronta ambientale
- produzione prevista di rifiuti
Passaporto digitale dei prodotti.
Tra gli obblighi definiti dal regolamento vi è quello di rendere disponibile un passaporto digitale di prodotto, uno strumento per mettere le informazioni a disposizione dei soggetti lungo l'intera catena del valore con l’obiettivo di migliori sensibilmente la tracciabilità lungo la catena del valore di un prodotto.
E prevista anche la possibilità di collegare il passaporto digitale del prodotto alle banche dati e agli strumenti esistenti dell‘Unione, come il Registro Europeo dei Prodotti per l’Etichettatura Energetica (EPREL) o la Banca dati per le Informazioni sulle Sostanze Problematiche (SCIP)
Divieto di distruzione prodotti di consumo invenduti
Dal 19 luglio 2026, è vietata la distruzione dei prodotti tessili e calzaturieri invenduti elencati all'allegato VII, con esclusione per le micro e piccole imprese e applicazioni dal 19 luglio 2030 per medie imprese.
Il Direttore
Dott. Gianni Niccolò
Info:
Paola Bara
tel.: 0733 279641 - 331 1921246
E-mail: bara@confindustriamacerata.it
Matteo Di Marino
tel.: 0733 279648
E-mail: ambiente@confindustriamacerata.it
SOSTENIBILITA’: pubblicata la Direttiva Due Diligence (CS3D)
E’ in vigore dal 25 luglio 2024 la Direttiva (UE) 2024/1760 sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (Corporate Sustainability Due Diligence Directive, in breve CSDDD o CS3D) che dovrà essere recepita dagli Stati Membri entro il 26 luglio 2026.
La nuova direttiva prevede una serie di obblighi rispetto agli impatti negativi su diritti umani e ambiente a carico delle imprese con più di 1.000 dipendenti e 450 milioni di € di fatturato che, ai fini di una condotta aziendale responsabile, devono esercitare il dovere di diligenza in particolare attraverso le seguenti attività:
- integrazione del dovere di diligenza nelle proprie politiche e nei propri sistemi di gestione dei rischi;
- individuazione e valutazione degli impatti negativi effettivi o potenziali;
- prevenzione e attenuazione degli impatti negativi potenziali;
- riparazione degli impatti negativi effettivi;
- svolgimento di un dialogo significativo con i portatori di interessi;
- instaurazione e mantenimento di un meccanismo di notifica e procedura di reclamo;
- monitoraggio dell’efficacia della politica e delle misure relative al dovere di diligenza;
- comunicazione pubblica sul dovere di diligenza.
La direttiva prevede in particolare che, nell'esercitare il dovere di diligenza, le società non considerino solo le proprie attività ma, se collegate alla loro catena del valore, anche le attività dei partner commerciali (sia a monte, per esempio fornitori di prodotti/servizi per progettazione, sviluppo ecc. sia a valle, per operazioni di distribuzione, trasporto ecc.).
Pur riguardando quindi le imprese più grandi, queste disposizioni coinvolgeranno anche aziende di minori dimensioni – incluse le PMI – con cui si interfacciano, alle quali verrà richiesto di fornire periodicamente dati, informazioni e valutazioni, nonché di adeguarsi al rispetto di specifiche politiche e misure.
L’applicazione avverrà in diverse fasi:
- a 3 anni dall'entrata in vigore della direttiva per le imprese con più di 5.000 dipendenti e un fatturato di 1.5 miliardi di euro;
- a 4 anni dall'entrata in vigore per le imprese con più di 3.000 dipendenti e fatturato pari a 900 milioni di euro;
- a 5 anni dall'entrata in vigore della direttiva per le imprese con più di 1000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro
Il Direttore
Dott. Gianni Niccolò
Per informazioni:
Dott.ssa Paola Bara
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SIMBIOSI INDUSTRIALE: RACCOLTA BEST PRACTICE
Nell’ambito delle attività già da tempo avviate da Confindustria Macerata sul tema dell’economia circolare, si invitano le aziende a partecipare alla raccolta delle Best Practice di simbiosi industriale per la valorizzazione delle risorse.
Le informazioni raccolte saranno utilizzate da Confindustria Macerata per mappare le migliori practiche aziendale e le politiche di simbiosi industriale avviate nel nostro territorio, per stimolare ulteriori progetti finalizzati ad un uso efficiente delle risorse e partecipare alla stesura del primo rapporto di Economia Circolare di Confindustria Nazionale.
Ricordiamo cha la simbiosi industriale è una strategia di economia circolare che attraverso il trasferimento e la condivisione di risorse eccedenti o di scarto (materia, energia, acqua, competenze, logistica, ecc..) tra industrie appartenenti a settori produttivi diversi porta a vantaggi competitivi, nonché benefici economici, ambientali e sociali per le aziende che li implementano e, più in generale, per il territorio in cui esse operano.
Le aziende interessate sono pregate di compilare il questionario online entro l’8 agosto 2024 al seguente link:
Il Direttore
Dott. Gianni Niccolò
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ECONOMIA CIRCOLARE: Pacchetto di norme per la standardizzazione nel campo dell’economia circolare
Segnaliamo che il comitato tecnico ISO/TC 323 (“Circular economy”) ha pubblicato il 22 maggio scorso un nuovo pacchetto di norme della serie ISO 59000 per la standardizzazione nel campo dell’economia circolare. Tali norme, che hanno alla base il concetto d tracciabilità e misurabilità, rappresentano standard volontari.
In particolare, segnaliamo:
- ISO 59004 - vocabolario, principi e guida per l'implementazione: introduce una terminologia condivisa e stabilisce le definizioni e i principi fondamentali su cui si fonda l’economia circolare. Tra questi è inserita la tracciabilità delle risorse e delle “materie prime seconde”.
- ISO 59020 - come misurare e valutare le prestazioni dell’economia circolare: mira a standardizzare le metodologie per misurare e valutare le prestazioni delle organizzazioni riguardo all’economia circolare. Oltre a principi e linee guida per misurare e valutare le prestazioni, la norma fornisce le metodologie per raccogliere i dati e selezionare gli indicatori utili a monitorare i progressi verso gli obiettivi di circolarità.
- ISO 59010 - guida alla transizione dei modelli di business e dei value network fornisce una tabella di marcia per identificare aree di miglioramento, definire obiettivi e sviluppare strategie per creare una catena del valore più sostenibile.
Infine, riportiamo di seguito altre norme che, attualmente, sono allo stadio di bozza finale e in attesa di pubblicazione entro l’anno:
- ISO 59014 “Sustainability and traceability of secondary materials recovery” che si concentrerà sulle materie prime seconde, fissando i principi e i requisiti affinché siano recuperate garantendo il minimo impatto ambientale e la massima tracciabilità;
- ISO/CD TR 59031 “Analysis of cases studies” riguarderà l’analisi di casi concreti per valutarli con un approccio basato sulle prestazioni ottenute
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LABORATORIO ESG: Gli elementi per una filiera sostenibile - Martedì 21 maggio ore 16.00
Intesa Sanpaolo, Confindustria Macerata e Fondazione Marche hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per l’attivazione del “Laboratorio ESG Marche - Environmental Social Governance”, che avrà la propria sede presso i locali di Confindustria Macerata.
Il secondo incontro organizzato nell'ambito delle attività del Laboratorio dal titolo "Gli elementi per una filiera sostenibile" è previsto per il giorno 21 maggio 2024. ore 16.00
In questo appuntamento si discuterà sulle tematiche della “filiera sostenibile” e sugli elementi chiave per renderla tale. Attraverso esempi e casi di studio verrà approfondito il ruolo della filiera nel percorso d’integrazione della sostenibilità nel business aziendale e nell'economia di un territorio.
In allegato l'invito con il programma dell'evento.
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SAVE THE DATE: LABORATORIO ESG - GLI ELEMENTI PER UNA FILIERA SOSTENIBILE - Martedì 21 maggio 2024, ore 16.00
In questo appuntamento si discuterà sulle tematiche della “filiera sostenibile” e sugli elementi chiave per renderla tale.
Attraverso esempi e casi di studio verrà approfondito il ruolo della filiera nel percorso d’integrazione della sostenibilità nel business aziendale e nell’economia di un territorio. Saranno inoltre evidenziate le opportunità di fare rete e di creare sistemi di aziende che abbiano la sostenibilità come driver di sviluppo, anche attraverso la scelta di fornitori qualificati in ottica di implementazione delle sue performance ESG.
L’intervento sarà condotto dal team di Circularity, partner di Intesa Sanpaolo per l’informazione, la formazione e l’accompagnamento aziendale sui temi della Sostenibilità e dell’Economia Circolare.
GREENWASHING: nuova regole UE contro le dichiarazioni ambientali ingannevoli
Il Parlamento Europeo ha adottato una nuova legge contro il greenwashing e le informazioni ambientali ingannevoli che mira a proteggere i consumatori da pratiche di commercializzazione sleali e ad aiutarli a compiere scelte di acquisto più informate
A tal fine saranno:
- Vietate le dichiarazioni ambientali generiche e altre informazioni fuorvianti sui prodotti
- Autorizzati solo i marchi di sostenibilità basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche
- Informazioni sulla garanzia più visibili e nuovo marchio di estensione della garanzia
La direttiva 2024/825/Ue, in vigore dal 26 marzo 2024, interviene con modifiche sulla direttiva2005/29/Ce (cd. "Lex generalis" sul greenwashing) relativa alle pratiche commerciali sleali delle imprese nei confronti dei consumatori. Dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 27 marzo 2026 e le disposizioni adottate a decorrere dal 27 settembre 2026.
Di seguito le principali novità.
Pubblicità più chiara e attendibile
L'etichettatura dei prodotti dovrà essere più chiara e affidabile, vietando l'uso di indicazioni ambientali generiche come "rispettoso dell'ambiente", “rispettoso degli animali”, “verde”, "naturale", "biodegradabile", "a impatto climatico zero" o "eco" se non supportate da prove.
Sarà ora regolamentato anche l'uso dei marchi di sostenibilità, data la confusione causata dalla loro proliferazione e dal mancato utilizzo di dati comparativi. In futuro nell'UE saranno autorizzati solo marchi di sostenibilità basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche.
La direttiva vieta inoltre le dichiarazioni che suggeriscono un impatto sull'ambiente neutro, ridotto o positivo in virtù della partecipazione a sistemi di compensazione delle emissioni (offset in inglese).
Durabilità al primo posto
I produttori e consumatori dovranno essere più attenti alla durata dei prodotti. In futuro, le informazioni sulla garanzia dovranno essere più visibili e verrà creato un nuovo marchio armonizzato per dare maggiore risalto ai prodotti con un periodo di garanzia più esteso.
Le nuove norme vietano anche le indicazioni infondate sulla durata (ad esempio, dichiarare che una lavatrice durerà per 5.000 cicli di lavaggio, se ciò non è esatto in condizioni normali), gli inviti a sostituire i beni di consumo prima del necessario (spesso accade, ad esempio, con l'inchiostro delle stampanti) e le false dichiarazioni sulla riparabilità di un prodotto.
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Per informazioni:
Dott.ssa Paola Bara
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Tel. 0733.279648
E-mail: ambiente@confindustriamacerata.it
FATTORI ESG NELLE STRATEGIE AZIENDALI - Martedì 19 marzo 2024, ore 16.00
Intesa Sanpaolo, Confindustria Macerata e Fondazione Marche hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per l’attivazione del “Laboratorio ESG Marche - Environmental Social Governance”, che avrà la propria sede presso i locali di Confindustria Macerata.
Obiettivo del Laboratorio ESG sarà quello di promuovere progetti e temi di impatto sociale, legati all’innovazione e all’inclusione con azioni di accompagnamento delle PMI, per migliorare il profilo di sostenibilità delle imprese supportando la transizione verso obiettivi inclusivi e gli investimenti in progetti di economia sostenibile, digitale e circolare.
Il primo incontro organizzato nell’ambito delle attività del Laboratorio ESG dal titolo “FATTORI E.S.G. NELLE STRATEGIE AZIENDALI” è previsto per il 19 marzo 2024, ore 16.00.
In allegato l’invito con il programma.
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SOSTENIBILITA’/CRITERI ESG: dal 1° gennaio 2024 in vigore i principi europei di rendicontazione di sostenibilità.
La Commissione Europea ha adottato i principi di rendicontazione sugli aspetti ESG (ambiente, sociale e governance) che le imprese devono utilizzare dal 1 gennaio 2024 (per gli esercizi finanziari aventi inizio lo stesso 1° gennaio 2024, o in data successiva) per redigere le informazioni sulla sostenibilità, In attuazione della direttiva europea sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).
La Direttiva CSRD prevede infatti l’adozione di standard europei obbligatori per la rendicontazione della sostenibilità (ESRS - European sustainability reporting standards), la cui redazione è stata assegnata all’EFRAG, il gruppo consultivo europeo in materia di rendicontazione finanziaria.
Gli standard ESRS sono stati emanati con il Regolamento 2023/2722/Ue - ESG recante "principi di rendicontazione di sostenibilità" per redigere le informazioni sulla sostenibilità in conformità degli articoli 19-bis e 29-bis della Direttiva 2013/34/Ue, secondo il calendario previsto dall’art. 5 della Direttiva (UE) 2022/2464 (CSRD) di seguito riportato:
- Dal 1° gennaio 2024 (con primo report nel 2025) per le grandi imprese quotate (con più di 500 dipendenti) già soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (Direttiva 2013/34/Ue)
- dal 1° gennaio 2025 (con primo report nel 2026) per le grandi imprese non ancora soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali).
- dal 1° gennaio 2026 (con primo report nel 2027) per le PMI imprese quotate con possibilità di scelta di applicazione delle nuove norme fino al 2028;
- dal 1° gennaio 2028 (con primo report nel 2029) per le imprese extra Ue con ricavi superiori a 150 milioni di euro nell’Unione e un’impresa figlia o una succursale nell’Ue.
- dal 1° gennaio 2028 (con primo report nel 2029) estensione alle imprese non europee. tutte le imprese extra UE che realizzano ricavi superiori a 150 milioni di EUR nell'UE e un'impresa figlia o una succursale nell'UE.
Le PMI non quotate, non rientrando nel campo di applicazione della CSRD, non hanno l’obbligo di redigere il report di sostenibilità, ma potranno farlo su base volontaria, tenendo conto che i cittadini e il sistema economico e finanziario sono attenti a questi aspetti.
L’EFRAG sta sviluppando degli standard per la predisposizione volontaria del report per le PMI non quotate, da supporto nell’inizio del loro percorso di sostenibilità e come punto di riferimento per le controparti nella catena del valore e per i finanziatori.
Gli standard contengono principi di informativa su fattori ambientali, sociali e di governance. In particolare, le informazioni ambientali verranno comunicate secondo i criteri previsti dalla Tassonomia Green.
Con riferimento agli aspetti ambientali negli allegati il Regolamento specifica tra le altre informazioni quelle che l’impresa deve fornire per la comprensione del modo in cui incide sui fattori ambientali di seguito riportati, nonché i piani e la capacità dell'impresa di adattare la propria strategia e il proprio modello aziendale per allinearsi alla transizione verso un'economia sostenibile:
- Cambiamenti climatici:
- inquinamento
- acque e risorse marine
- biodiversità ed ecosistemi
- uso delle risorse
- economia circolare
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Dott. Gianni Niccolò
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Dott.ssa Paola Bara
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TASSONOMIA: dal 1° gennaio 2024 in vigore i criteri europei per definire le attività economiche sostenibili.
In attuazione della normativa europea sulla Tassonomia, sono stati definiti i criteri di vaglio tecnico per identificare le attività economiche ritenute sostenibili.
Le nuove disposizioni in particolare consentono di determinare a quali condizioni si possa considerare che un’attività economica contribuisce in modo sostanziale:
- all’uso sostenibile e alla protezione delle acque e delle risorse marine,
- alla transizione verso un’economia circolare,
- alla prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento o alla protezione e al ripristino della biodiversità e degli ecosistemi
- e se non arreca un danno significativo a nessun altro obiettivo ambientale
A stabilirli è il Regolamento 2023/2486 della Commissione, del 27 giugno 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Europea del 21 novembre 2023, che integra il Regolamento (UE) 2020/2085 del 18 giugno 2020 (cd. Regolamento Tassonomia) relativo all'istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili.
I criteri individuati, in vigore dal 1° gennaio 2024, sono identificati nell'allegato II e riguardano diverse attività economiche come, ad esempio, fabbricazione di imballaggi in materie plastiche, fabbricazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche, raccolta e trasporto di rifiuti non pericolosi e pericolosi, trattamento dei rifiuti pericolosi, recupero dei rifiuti organici mediante digestione anaerobica o compostaggio, decontaminazione e smantellamento dei prodotti a fine vita, cernita e recupero di materiali dai rifiuti non pericolosi.
Il provvedimento modifica inoltre il regolamento (UE) 2021/2178 per quanto riguarda la comunicazione al pubblico di informazioni specifiche relative a tali attività economiche
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