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Intesa Sanpaolo, Confindustria Macerata e Fondazione Marche hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per l’attivazione del “Laboratorio ESG Marche - Environmental Social Governance”.

Il terzo incontro organizzato nell'ambito delle attività del Laboratorio dal titolo "I vantaggi nell'integrazione dei fattori ESG, con particolare riferimento al fattore governance"  è previsto per il giorno 16 ottobre 2024. ore 16.00 presso Intesa Sanpaolo - Auditorium Bacci Via Don Angelo Battistoni, 4 - Jesi (AN)

Le imprese sono direttamente coinvolte nel processo di trasformazione in atto il quale può consentire di ottenere benefici non solo a livello economico-finanziario ma sotto diversi profili, ivi inclusa una maggiore competitività sul mercato. Per cogliere tale opportunità occorre adottare un approccio pragmatico coniugando le linee guida emanate dalle disposizioni normative con attività volte a ridefinire la struttura di corporate governance e l’assetto organizzativo delle imprese, sposando pragmatismo e semplificazione

 

In allegato il programma dell'evento

 

Per aderire clicca qui

 

Il Direttore

Dott. Gianni Niccolò

 

Per informazioni:

Dott.ssa Paola Bara

Tel. 0733.279641 / 331.1921246

E-mail: bara@confindustriamacerata.it 

 

 

 

 

 

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Nell’ambito dell’accordo quadro di collaborazione tra Confindustria Macerata e l’Università degli Studi di Camerino, per accompagnare e supportare le imprese nella transizione verso un’economia più circolare e sostenibile, si propone per l’anno 2024 un percorso di Workshop sui trend di Circolarità.

I workshop gratuiti rientrano tra le attività di Circular Education previste dall’accordo e sarà realizzato con il contributo della Camera di Commercio delle Marche.

La formazione è rivolta ad imprenditori e loro collaboratori che intendono conoscere ed applicare strategie di sostenibilità ambientale e perseguire azioni di economia circolare, valutare nuovi modelli di mercato e rendere i propri prodotti e/o servizi maggiormente competitivi e sostenibili.

 

PROGRAMMA


16 ottobre 2024
ore 10.00-11.00, in Videoconferenza
Il workshop fornirà una panoramica sulle nuove tipologie di materiali utilizzati per lo stoccaggio e la produzione di energia rinnovabile.

DOCENTE:
Prof. Claudio Pettinari – Università di Camerino

DESTINATARI:
imprenditori, collaboratori aziendali e professionisti

ISCRIZIONI:
Per aderire compilare il modulo disponibile al seguente link

L’avvio del corso sarà confermato via mail a raggiungimento del numero minimo di partecipanti previsti.

 

Clicca quì per iscriverti

 

PER INFORMAZIONI

Paola Bara
Tel: 0733 279641 – 331 1921246
e-mail: bara@confindustriamacerata.it

Matteo Di Marino
Tel: 0733 279648
e-mail: ambiente@confindustriamacerata.it


Il Direttore
Gianni Niccolò

 

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Intesa Sanpaolo, Confindustria Macerata e Fondazione Marche hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per l’attivazione del “Laboratorio ESG Marche - Environmental Social Governance”.

Il terzo incontro organizzato nell'ambito delle attività del Laboratorio dal titolo "I vantaggi nell'integrazione dei fattori ESG, con particolare riferimento al fattore governance"  è previsto per il giorno 16 ottobre 2024. ore 16.00 

Le imprese sono direttamente coinvolte nel processo di trasformazione in atto il quale può consentire di ottenere benefici non solo a livello economico-finanziario ma sotto diversi profili, ivi inclusa una maggiore competitività sul mercato. Per cogliere tale opportunità occorre adottare un approccio pragmatico coniugando le linee guida emanate dalle disposizioni normative con attività volte a ridefinire la struttura di corporate governance e l’assetto organizzativo delle imprese, sposando pragmatismo e semplificazione

 

In allegato il Save the date dell'evento. Seguirà il programma definitivo

 

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Dott. Gianni Niccolò

 

Per informazioni:

Dott.ssa Paola Bara

Tel. 0733.279641 / 331.1921246

E-mail: bara@confindustriamacerata.it 

 

 

 

 

SAVE THE DATE:

LABORATORIO ESG I VANTAGGI NELL'INTEGRAZIONE DEI FATTORI ESG, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL FATTORE GOVERNANCE 

Mercoledì 16 Ottobre 2024, ore 16.00 

 

 

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Dal 25 settembre sarà in vigore il provvedimento nazionale che recepisce la Direttiva comunitaria sulla rendicontazione societaria di sostenibilità.

Il decreto legislativo 125/2024 che recepisce la direttiva 2022/2464/UE, c.d. Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), è stato infatti pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 settembre e rafforza gli obblighi di reporting non strettamente finanziario, prevedendo in particolare:

  • l’estensione a tutte le grandi imprese e alle piccole e medie imprese quotate (diverse dalle microimprese) degli obblighi di reporting non finanziario, già a carico degli "enti di interesse pubblico" (imprese quotate, banche e assicurazioni con più di 500 dipendenti,
  • la sostituzione della rendicontazione non finanziaria con la rendicontazione di sostenibilità, che consiste in informazioni necessarie alla comprensione dell'impatto dell'impresa sulle questioni di sostenibilità e del modo in cui tali questioni influiscono sull'andamento dell'impresa, sui suoi risultati e sulla sua situazione.

In merito al contenuto, la principale novità consiste nella previsione del principio della cd. doppia materialità, per cui le imprese dovranno riportare le informazioni necessarie a comprendere come le questioni di sostenibilità incidono sulle loro attività (materialità finanziaria), e come queste ultime incidano su persone e ambiente (materialità d’impatto).

Ambito di applicazione (Artt. 1, 2 e 5)

Il Decreto prevede l’estensione dell’obbligo di pubblicare la rendicontazione di sostenibilità a:

  • tutte le grandi imprese che superino due dei tre criteri dimensionali:
  • più di 250 dipendenti;
  • stato patrimoniale > € 25 milioni;
  • ricavi netti > € 50 milioni di euro)
  • tutte le società quotate in mercati regolamentati (comprese le PMI quotate). Restano escluse le microimprese quotate.
  • imprese non europee, che realizzino ricavi netti da vendite e prestazioni superiori a 150 milioni di euro nell’UE e con almeno un’impresa “figlia” o una succursale nell’UE. In tal caso, compete all’impresa figlia (che sia di grandi dimensioni o PMI quotata) o alla succursale (che abbia generato ricavi netti da vendite e prestazioni superiori a 40 milioni di euro nell’esercizio precedente) pubblicare e rendere accessibile la relazione di sostenibilità della società madre extra-europea, redatta a livello di gruppo2.

Le PMI non quotate, non rientrando nel campo di applicazione della CSRD, non hanno l’obbligo di redigere il report di sostenibilità, ma potranno farlo su base volontaria, tenendo conto che i cittadini e il sistema economico e finanziario sono attenti a questi aspetti.

 

Entrata in vigore della nuova disciplina (Art. 17)

Il Decreto fissa i tempi di attuazione dei nuovi obblighi, da parte delle imprese, secondo il seguente schema:

  • i c.d. enti di interesse pubblico - che già oggi redigono la dichiarazione non finanziaria - applicheranno le nuove disposizioni a partire dal 2024 (primo report nel 2025);
  • le altre grandi imprese a partire dal 2025 (primo report nel 2026);
  • le PMI quotate a partire dal 2026 (primo report 2027, con possibilità di rinvio al 2028);
  • le imprese non europee a partire dal 2028 (primo report nel 2029).

 

E’ disponibile in allegato il testo del decreto e una nota di Confindustria che riepiloga i nuovi obblighi di reportistica di maggior impatto per le imprese.

 

Il Direttore

Dott. Gianni Niccolò

 

Info:

Paola Bara
tel.: 0733 279641 - 331 1921246
E-mail: bara@confindustriamacerata.it 

 

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E’ in vigore dal 18 agosto 2024 il nuovo regolamento Europeo, direttamente applicabile negli Stati Membri, che dovrà garantire il ripristino degli ecosistemi degradati europei e al tempo stesso contribuire al raggiungimento degli obiettivi in materia di clima e biodiversità, migliorando anche la sicurezza alimentare.

La Legge europea sul Ripristino della natura, ovvero il Regolamento (UE) 2024/1991 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il 29 luglio 2024 e modifica il Regolamento (UE) 2022/869.

L’obiettivo principale del Regolamento è il ripristino, entro il 2030, del “buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat” che attualmente versano in uno stato di conservazione “cattivo” o “inadeguato”. Una percentuale che dovrà raggiungere il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050.

Ogni Stato membro dell’Ue dovrà adottare, entro due anni dall’entrata in vigore del Regolamento, un proprio piano nazionale per il ripristino della natura, che indichi nel dettaglio gli strumenti, inclusi quelli finanziari, con cui intende raggiungere gli obiettivi posti dal Regolamento.

È importante evidenziare che i piani nazionali e la mappatura delle aree prioritarie su cui intervenire saranno di fondamentale importanza per le imprese anche in relazione agli obblighi imposti dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) che, come noto, a partire dal 1° gennaio 2025 riguarderà le grandi imprese non quotate con ricavi superiori a 50 milioni e, a partire dal 1° gennaio 2026, le PMI quotate.

La CSRD richiede infatti alle imprese la rendicontazione nel settore della biodiversità e quindi di misurare, ridurre e compensare i propri impatti su di essa. In questo contesto, il criterio spaziale sarà determinante per il mercato dei crediti di biodiversità. La compensazione degli impatti inoltre potrà avvenire solo a livello locale, vale a dire sullo stesso tipo di habitat e specie su cui incidono gli impatti dell’impresa.

Nel dettaglio, nel piano, i Paesi dovranno indicare gli habitat cui dare priorità negli interventi di ripristino, anche se il Regolamento specifica che fino al 2030 dovranno averla gli habitat dei siti di Rete Natura 2000 e quelli con il maggior potenziale di ‘sequestro’ di carbonio e di riduzione dell’impatto dei disastri naturali e degli eventi meteo-climatici estremi.

I Paesi dovranno poi:

  • impegnarsi affinché le aree ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo in futuro.
  • adottare misure per rimuovere le barriere artificiali alla connettività delle acque superficiali per convertire almeno 25 000 km di fiumi in fiumi a scorrimento libero entro il 2030.
  • invertire il declino delle popolazioni di impollinatori e a migliorarne la varietà,
  • migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli e di quelli forestali,
  • sostenere l’impegno di piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi entro il 2030 a livello di Unione europea.

Il Direttore

Dott. Gianni Niccolo

 

Info:

Paola Bara
tel.: 0733 279641 - 331 1921246
E-mail: bara@confindustriamacerata.it 

 

 

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Nell’ambito dell’accordo quadro di collaborazione tra Confindustria Macerata e l’Università degli Studi di Camerino,  per accompagnare e supportare le imprese nella transizione verso un’economia più circolare e sostenibile, si propone anche per l’anno 2024, l’attività di Circular Innovation che si identifica nel progetto di Mappatura della circolarità delle imprese.
 
Il progetto, realizzato anche quest’anno con il contributo della Camera di Commercio delle Marche, consiste nella  definizione del Piano di Circolarità di miglioramento delle performance ambientali. Si tratta nello specifico di un primo intervento in azienda per un’analisi volta a valutare il livello qualitativo di maturità e diffusione dei principi di economia circolare nell’impresa e lungo l’intera catena del valore.
 
Successivamente sarà elaborato un report di circolarità rispetto alle attività svolte ed un piano di miglioramento che vada ad identificare nuovi modelli di business e innovazione, nuove tecnologie e materiali, da applicare ed integrare all’interno del portafoglio, attività, progetti e processi, al fine di migliorare le performance ambientali e ottenere un vantaggio competitivo.

 

Le attività saranno svolte da esperti di Confindustria Macerata ed UNICAM con la collaborazione degli istituti di ricerca scientifica ENEA e CNR con l’obiettivo di favorire l’innovazione ed il trasferimento di tecnologie e la competitività dei settori industriali.
Saranno inoltre a disposizione delle imprese i servizi tecnologici che erogherà il laboratorio di ricerca applicata MARLIC, la piattaforma collaborativa sul tema della manifattura sostenibile, eco sostenibilità di prodotti e processi per i nuovi materiali e de manufacturing. 
Grazie al sostegno della Camera di Commercio delle Marche per le prime 10 aziende che aderiranno, il servizio sarà completamente gratuito.

Invitiamo pertanto le aziende interessate ad iscriversi attraverso il seguente link entro il 15 settembre 2024 al fine di pianificare gli incontri presso le aziende aderenti

 
 

Per compilare la scheda di adesione clicca qui

 

INFO:
Paola Bara,
 responsabile del progetto
e-mail: bara@confindustriamacerata.it
tel: 0733/279641 – 331/1921246
 
Matteo Di Marino
e-mail: ambiente@confindustriamacerata.it
tel.: 0733/279648
 


Il Direttore
Gianni Niccolò

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E’ in vigore dal 18 luglio 2024 il Regolamento 2024/1781 (c.d. Ecodesign) (Ecodesign for Sustainable Product Regulation, ESPR) che stabilisce i requisiti per la progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili.

Il Regolamento sarà applicato 24 mesi dopo l’entrata in vigore (giugno 2026) e permetterà alla Commissione di istituire una serie di quadri regolatori specifici per tipologia di prodotto, ai quali ci si dovrà conformare entro 18 mesi dalla loro emanazione, che

Atti delegati

I singoli atti delegati, stabiliranno le caratteristiche di progettazione che questi dovranno avere per ritenersi sostenibili dal punto di vista ambientale e dovranno prevedere:

  • nuovi requisiti informativi e prestazionali per tipologia di prodotto
  • nuovi obblighi quali l’introduzione del Passaporto Digitale di Prodotto (DPP),
  • il divieto di distruzione di prodotti invenduti (in particolare per prodotti tessili e AEE),
  • tracciamento e limitazioni delle "Substances of Concern" (ex. Art. 57  1907/2006),
  • rafforzamento dei controlli doganali e vigilanza di mercato.

Il primo atto delegato non entrerà in vigore prima del 19 luglio 2025.

La Commissione darà priorità ai seguenti gruppi di prodotti:

  • Ferro e acciaio
  • Alluminio
  • Prodotti tessili
  • In particolare indumenti e calzature
  • Mobilio, compresi i materassi
  • Pneumatici
  • Detergenti
  • Vernici
  • Lubrificanti
  • Sostanze chimiche
  • prodotti connessi all'energia per i quali devono essere definiti per la prima volta requisiti di progettazione ecocompatibile o per i quali le misure esistenti adottate a norma della direttiva 2009/125/CE devono essere riesaminate nel quadro del presente regolamento;
  • prodotti della tecnologia dell'informazione e della comunicazione e altri prodotti elettronici.

I criteri di progettazione ecocompatibile saranno applicabili anche negli appalti pubblici per incentivare l’acquisto pubblico di prodotti verdi.

Requisiti di progettazione ecocompatibile

Di seguito i requisiti di progettazione ecocompatibile che saranno contenuti negli atti delegati:

  1. durabilità
  2. affidabilità
  3. riutilizzabilità
  4. possibilità di miglioramento
  5. riparabilità
  6. possibilità di manutenzione e ricondizionamento
  7. presenza di sostanze che destano preoccupazione
  8. consumo di energia ed efficienza energetica
  9. uso dell'acqua ed efficienza idrica;
  10. uso di risorse ed efficienza delle risorse
  11. contenuto di riciclato
  12. possibilità di rifabbricazione
  13. riciclabilità
  14. possibilità di recupero dei materiali
  15. impatti ambientali, comprese l’impronta di carbonio e l’impronta ambientale
  16. produzione prevista di rifiuti

Passaporto digitale dei prodotti.

Tra gli obblighi definiti dal regolamento vi è quello di rendere disponibile un passaporto digitale di prodotto, uno strumento per mettere le informazioni a disposizione dei soggetti lungo l'intera catena del valore con l’obiettivo di migliori sensibilmente la tracciabilità lungo la catena del valore di un prodotto.

E prevista anche la possibilità di collegare il passaporto digitale del prodotto alle banche dati e agli strumenti esistenti dell‘Unione, come il Registro Europeo dei Prodotti per l’Etichettatura Energetica (EPREL) o la Banca dati per le Informazioni sulle Sostanze Problematiche (SCIP)

Divieto di distruzione prodotti di consumo invenduti

Dal 19 luglio 2026, è vietata la distruzione dei prodotti tessili e calzaturieri invenduti elencati all'allegato VII, con esclusione per le micro e piccole imprese e applicazioni dal 19 luglio 2030 per medie imprese.

 

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Info:

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E’ in vigore dal 25 luglio 2024 la Direttiva (UE) 2024/1760 sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (Corporate Sustainability Due Diligence Directive, in breve CSDDD o CS3D) che dovrà essere recepita dagli Stati Membri entro il 26 luglio 2026.

La nuova direttiva prevede una serie di obblighi rispetto agli impatti negativi su diritti umani e ambiente a carico delle imprese con più di 1.000 dipendenti e 450 milioni di € di fatturato che, ai fini di una condotta aziendale responsabile, devono esercitare il dovere di diligenza in particolare attraverso le seguenti attività: 

  • integrazione del dovere di diligenza nelle proprie politiche e nei propri sistemi di gestione dei rischi;
  • individuazione e valutazione degli impatti negativi effettivi o potenziali;
  • prevenzione e attenuazione degli impatti negativi potenziali;
  • riparazione degli impatti negativi effettivi;
  • svolgimento di un dialogo significativo con i portatori di interessi;
  • instaurazione e mantenimento di un meccanismo di notifica e procedura di reclamo;
  • monitoraggio dell’efficacia della politica e delle misure relative al dovere di diligenza;
  • comunicazione pubblica sul dovere di diligenza. 

La direttiva prevede in particolare che, nell'esercitare il dovere di diligenza, le società non considerino solo le proprie attività ma, se collegate alla loro catena del valore, anche le attività dei partner commerciali (sia a monte, per esempio fornitori di prodotti/servizi per progettazione, sviluppo ecc. sia a valle, per operazioni di distribuzione, trasporto ecc.).

Pur riguardando quindi le imprese più grandi, queste disposizioni coinvolgeranno anche aziende di minori dimensioni – incluse le PMI – con cui si interfacciano, alle quali verrà richiesto di fornire periodicamente dati, informazioni e valutazioni, nonché di adeguarsi al rispetto di specifiche politiche e misure.

L’applicazione avverrà in diverse fasi:

  • a 3 anni dall'entrata in vigore della direttiva per le imprese con più di 5.000 dipendenti e un fatturato di 1.5 miliardi di euro;
  • a 4 anni dall'entrata in vigore per le imprese con più di 3.000 dipendenti e fatturato pari a 900 milioni di euro;
  • a 5 anni dall'entrata in vigore della direttiva per le imprese con più di 1000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro

 

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Martedì, 30 Luglio 2024 13:25

SIMBIOSI INDUSTRIALE: RACCOLTA BEST PRACTICE

Nell’ambito delle attività già da tempo avviate da Confindustria Macerata sul tema dell’economia circolare, si invitano le aziende a partecipare alla raccolta delle Best Practice di simbiosi industriale per la valorizzazione delle risorse.

Le informazioni raccolte saranno utilizzate da Confindustria Macerata per mappare le migliori practiche aziendale e le politiche di simbiosi industriale avviate nel nostro territorio, per stimolare ulteriori progetti finalizzati ad un uso efficiente delle risorse e partecipare alla stesura del primo rapporto di Economia Circolare di Confindustria Nazionale.

Ricordiamo cha la simbiosi industriale è una strategia di economia circolare che attraverso il trasferimento e la condivisione di risorse eccedenti o di scarto (materia, energia, acqua, competenze, logistica, ecc..) tra industrie appartenenti a settori produttivi diversi porta a vantaggi competitivi, nonché benefici economici, ambientali e sociali per le aziende che li implementano e, più in generale, per il territorio in cui esse operano.

Le aziende interessate sono pregate di compilare il questionario online entro l’8 agosto 2024 al seguente link:

Clicca qui

 

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Segnaliamo che il comitato tecnico ISO/TC 323 (“Circular economy”) ha pubblicato il 22 maggio scorso un nuovo pacchetto di norme della serie ISO 59000 per la standardizzazione nel campo dell’economia circolare. Tali norme, che hanno alla base il concetto d tracciabilità e misurabilità, rappresentano standard volontari.

In particolare, segnaliamo:

  1. ISO 59004 - vocabolario, principi e guida per l'implementazione: introduce una terminologia condivisa e stabilisce le definizioni e i principi fondamentali su cui si fonda l’economia circolare. Tra questi è inserita la tracciabilità delle risorse e delle “materie prime seconde”.
  2. ISO 59020 - come misurare e valutare le prestazioni dell’economia circolare: mira a standardizzare le metodologie per misurare e valutare le prestazioni delle organizzazioni riguardo all’economia circolare. Oltre a principi e linee guida per misurare e valutare le prestazioni, la norma fornisce le metodologie per raccogliere i dati e selezionare gli indicatori utili a monitorare i progressi verso gli obiettivi di circolarità.
  3. ISO 59010 - guida alla transizione dei modelli di business e dei value network fornisce una tabella di marcia per identificare aree di miglioramento, definire obiettivi e sviluppare strategie per creare una catena del valore più sostenibile.

Infine, riportiamo di seguito altre norme che, attualmente, sono allo stadio di bozza finale e in attesa di pubblicazione entro l’anno:

  • ISO 59014 “Sustainability and traceability of secondary materials recovery” che si concentrerà sulle materie prime seconde, fissando i principi e i requisiti affinché siano recuperate garantendo il minimo impatto ambientale e la massima tracciabilità;
  • ISO/CD TR 59031 “Analysis of cases studies” riguarderà l’analisi di casi concreti per valutarli con un approccio basato sulle prestazioni ottenute

 

 

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